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 Forza d'Agrò paese medievale a due passi da Taormina e l'Etna. Ricco di arte, storia e cultura, panorami mozzafiato. Famoso per aver accolto i cast di molti film.


LE ATTIVITÀ TRADIZIONALI

Le attività tradizionali di Forza d’Agrò sono soprattutto legate all’agricoltura. Col passare del tempo, però, queste attività stanno venendo meno e ciò é anche comprensibile se si pensa al progresso ed al benessere sopraggiunti anche a Forza d’Agrò.

La zona agricola forzese é posta su un altopiano che, partendo da Mongiuffi Melia e Limina, digrada fino al mare. La maggior parte delle proprietà terriere, situate a Nord-Ovest dal paese, sono lontane dal centro abitato e spesso disposte in località impervie. Oggi sono raggiungibili attraverso strade carrozzabili, talvolta in terra battuta, per cui i profondi solchi causati dalle piogge invernali permangono anche nel periodo estivo. Un tempo bisognava percorrere strette e tortuose stradine e superare, attraverso una pittoresca scalinata di pietra, lo stretto ed impervio costone roccioso delle Rocche a scala. Sembrano lunghe distanze, ma un tempo i contadini le percorrevano a piedi o sul dorso dell’asino, superando colline ed attraversando le limpide acque di torrenti fluenti nei valloni.

Data la particolare natura del suolo, l’aratura per anni é stata effettuata con l’antico aratro a chiodo, il solo mezzo adatto per essere maneggiato con relativa facilità dal contadino, in grado di avanzare scansando le grosse pietre che spuntano dal terreno. Per questo il vomere, affondando poco, ha costretto l’uomo a farsi aiutare da due robusti buoi. Riusciamo ad immaginare queste povere bestie, unite dal comune giogo, piegate dallo sforzo durante l’aratura del solco, come nei dipinti di Segantini o di Fattori. Alla bravura del contadino nel governare l’aratro stava la perfetta esecuzione dei solchi destinati ad accogliere il frumento, prezioso cereale la cui produzione un tempo era abbondante. Con la farina ottenuta nel mulino del paese la massaia procedeva, e qualcuna procede tuttora, a fare il buon pane di grano (u pani di ranu, u pani di casa) nei tipici forni a legna che qualche casa possiede ancora nella propria cucina.

Il clima mite, a dispetto della sterilità del terreno, permette anche la coltivazione degli ulivi e delle viti, le caratteristiche, basse, piccole vigne forzesi, costrette a vincere, oltre la fillossera e la peronospora, anche la siccità. Di queste attività rimane traccia in qualche vecchio frantoio e nei palmenti, un tempo diffusi nel territorio forzese.


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