Forza d'Agrò paese medievale a due passi da Taormina e l'Etna. Ricco di arte, storia e cultura, panorami mozzafiato. Famoso per aver accolto i cast di molti film.


La Chiesa di San Michele Arcangelo

Vi si arriva alla fine di un sentiero di campagna, che discende dalla contrada "Vignale", dopo aver lasciato la tortuosa ma carrozzabile strada sterrata. La chiesa, che ha pianta rettangolare ed é ad una navata, risale ad un periodo imprecisato, probabilmente anteriore all’anno 1000. La costruzione, di piccole dimensioni ed a pianta unica, conferma gli aspetti più caratteristici dell’architettura paleocristiana-bizantina.

La Chiesa di S. Michele in contrada Casale

Il prospetto del tempio, rivolto a Sud-Ovest, é oggi in completa rovina e del portale d’ingresso rimane soltanto qualche blocco di pietra arenaria. Non vi sono resti del tetto, che comunque doveva essere a falde inclinate, con il soffitto a capriate e travi in vista. Le dimezzate mura si distinguono per la povertà del materiale utilizzato per la loro costruzione: pietre di varia natura, pezzi di tegole, malta, niente intonaco.

Sul fondo della piccola navata restano ancora miracolosamente in piedi le pietre che costituiscono l’abside, la cui struttura architettonica é a pianta semicircolare, con l’arcata costituita da conci di pietra arenaria. Due nicchie, di cui una frontale ancora intatta e l’altra laterale semi distrutta, fanno da ornamento alla piccola abside nel cui interno un fico d’India ha oggi trovato riparo e ricopre i colori (rosso, verde e arancione), ormai sbiaditi, di un affresco. Sulla parete laterale a destra dell’ingresso, vicino alla nicchia, appare probabile l’esistenza di una seconda porta. Lo lasciano intuire i grossi blocchi squadrati di pietra arenaria rimasti, che ne costituivano la struttura.

 

- Cimeli e memorie

Attorno a questa chiesetta, secondo quanto trasmesso da generazione in generazione, sorgevano gruppi di case, poggiati sui dossi più o meno dolci e colorati della contrada.

Poco più in basso del tempio, proprio a livello del sentiero campagnolo, resta pressoché intatto un condotto verticale di scarico di un’antica costruzione. Tale canale, dopo un tratto perpendicolare incassato in una imponente muratura, chiaramente visibile anche a distanza, il cui materiale da costruzione é la pietra arenaria, va a gettarsi nel sottostante vallone. La parte inferiore, terminale, del condotto é costituita da un’ampia apertura che sfocia su una grossa pietra, la quale, per un breve tratto, é scavata per consentire un miglior deflusso delle sostanze. Potrebbe essere un "gabinetto" comune, ma la gente forzese pensa che sia il "gabinetto" di un antico convento (u cacaturi di’ monaci) eretto proprio nelle vicinanze della chiesa prima descritta ed ove i monaci conducevano la loro vita piena di fervore religioso.

In effetti mura di una antica costruzione, tra rovi e finocchi selvatici, sono visibili accanto alla suddetta struttura, ma troppo poco é rimasto perché si possa affermare con certezza che giusto lì sorgesse un convento, come invece tramanda la voce popolare.


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